Non sentire bene può, nel tempo, provocarci diversi tipi di problemi dovuti al fatto che, se non ci rendiamo pienamente conto dei suoni e dei rumori che ci circondano, abbiamo anche delle difficoltà ad interpretare le situazioni. Questo capita soprattutto nel dialogo con le altre persone: non sentire bene le parole comporta il non capire correttamente il senso del discorso e trovarsi impreparati o insicuri nella risposta.
In questo articolo ci focalizzeremo su come capire se hai effettivamente una perdita o un altro tipo di problema, e come risolvere in modo da evitare gli scenari che ho appena descritto.
Ipoacusia è il termine medico usato che identifica in senso generale un calo dell’udito. Ne esistono di vari tipi: temporanei o definitivi; graduali o acuti; causati da malattie, congeniti oppure dovuti all’invecchiamento.
Va precisato che tutti quanti, una volta superati i 50 anni di età, siamo soggetti a un fisiologico deterioramento dell’udito come conseguenza del naturale processo di invecchiamento che può portare a una riduzione della capacità uditiva più o meno marcata.
Nella maggior parte dei casi, l’ipoacusia non si presenta dall’oggi al domani in maniera netta ma si insinua in modo un po’ subdolo, lento e progressivo. Proprio per questo, quando ci rendiamo conto che sta succedendo qualcosa di anomalo, in realtà la perdita uditiva sta in realtà “camminando” da tempo. Se, al contrario, la perdita di udito si presenta in modo eclatante e improvviso, è possibile che sia legata a un trauma, a infezioni (otiti) o ad una otturazione: tutti eventi normalmente risolvibili attraverso l’assunzione di farmaci, l’esecuzione di interventi o l’applicazione di trattamenti specifici.
Purtroppo, le statistiche ci dicono che l’80% delle perdite uditive riscontrate è di tipo neurosensoriale e coinvolgono la coclea e le cellule cigliate le quali, danneggiate non possono essere rigenerate. In questo caso, l’unica soluzione è l’utilizzo di apparecchi acustici, ma non è un dramma. Contrariamente a quelli di larga diffusione 20 anni fa, oggi gli apparecchi di ultima generazione sono praticamente invisibili, hanno la possibilità di connettersi alla tv e al cellulare per darti la possibilità non solo di sentire bene dal vivo, ma anche di sentire con chiarezza i suoni provenienti da tutti i tuoi dispositivi elettronici.
Ma prima di trarre conclusioni affrettate e pensare alla protesi acustica… occorre una diagnosi.
Come primo step, ti propongo questo piccolo test di autovalutazione. Solitamente, i sintomi dell’ipoacusia sono quelli descritti di seguito:
A volte, può subentrare uno stato di dubbio connesso al fatto che perdiamo alcune voci intense ma percepiamo bisbigli bassi e rochi; questa apparente contraddizione è spiegata dal fatto che le perdite uditive o sordità leggere e parziali possono riguardare solo determinate frequenze come le voci “acute”. Così accade, ad esempio, che non percepiamo le parole dei bambini che gridano mentre invece non perdiamo neanche un bisbiglio pronunciato da un adulto.
Se queste situazioni rispecchiano come ti senti o come si sente una persona a te vicina, è probabile che ci sia una perdita uditiva. Se anche l’età corrisponde, cioè siamo intorno ai 50 anni, il mio consiglio è di fare subito un controllo in un centro per l’udito.
Un professionista, dopo aver ascoltato la tua situazione, affronterà i tuoi sintomi in due step:
In base all’esito, si apriranno due scenari: se c’è una perdita uditiva si troverà la soluzione per correggerla; oppure, se non si riscontra una perdita verranno indicati ulteriori accertamenti medici.
Prima di fare la prossima mossa, tieni presente che l’ipoacusia neurosensoriale è progressiva e inarrestabile perché le cellule cigliate che trasmettono gli stimoli sonori al cervello, una volta danneggiate, non si rigenerano. Se hai già perso delle frequenze, non le recupererai se non attraverso l’apparecchio acustico.
Inoltre, considera che procrastinando il problema, il cervello “dimenticherà” con il passare del tempo i suoni che una volta per te erano naturali. Per questo motivo, ti consiglio di fare subito gli accertamenti del caso (soprattutto se l’età corrisponde e hai 50 anni o di più) senza attendere ulteriori peggioramenti.
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